Tutto su Acitrezza

L'archeologia

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Padre De Maria
Ritratto conservato presso la Sacrestia della Chiesa di San Giovanni Battista in Acitrezza


Il bastionello
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Antica foto da cui si può vedere, sulla sinistra, una parte della zona di mare, antistante Acitrezza, denominata "Ciaramitaro"


Tomba sicula che si trova sulla sommità dell'isola Lachea

Edicola Santa Maria della Provvidenza

Moneta greca raffigurante la "Trinacria" rinvenuta ad Acitrezza da Padre De Maria

Presto novità sui ritrovamenti archeologici. Venite a trovarci!

 

Scrivere di archeologia ad Acitrezza è difficile in quanto non esiste un museo, nè alcun riferimento certo, nè scoperte rilevanti visitabili. Tuttavia grazie a padre De Maria, parroco del paese dal 1884 al 1928, possiamo tentare quanto meno di indicare le zone dove sono avvenuti dei rinvenimenti che potremo chiamare minimi (nel senso delle poche notizie che abbiamo su essi stessi e sulla loro collocazione territoriale e storica). Tali ritrovamenti, la cui unica testimonianza ci viene data dagli scritti del De Maria, tracciano indiscutibilmente l'esistenza dell'uomo in questo territorio.
Certo non si può dire se, come, insediamento autonomo o semplicemente occasionale, ma tanto basta da poter inficiare la teoria che vuole Acitrezza fondata e abitata solo dopo che nel 1672 il principe di Campo Fiorito l'acquistò.
Ecco di seguito un escursus sui documenti di padre De Maria rielaborato del minimo per dargli una compiutezza di unitarietà (visto che si tratta di diversi scritti separati tra di loro):

LA TRUVATURA DELLA PANTOLLA
Non abbiamo certezza ma questo ritrovamento dovrebbe essere avvenuto all'incirca nel 1914. Il De Maria scrive che nel cavare le fondamenta di una casa all'estremità Nord-Ovest della piazza centrale di Acitrezza, (che potremo collocare nella zona della Via Pantolla) sono state rinvenute delle mattonelle di marmo romboidali che mostrano del residuo di malta ancora aderente come se fossero state parte di un pavimento, alcune mostrano un foro.

SCOPERTE PRESSO IL BASTIONELLO
Nel Luglio del 1924, il De Maria ci mette al corrente grazie ad un altro documento, che volendo un pescatore allargare la sua casa dalla parte di dietro trova alla profondità di un metro e mezzo il principio di un pavimento di marmo bianco e lateralmente a questo un altro pavimento di coccio pesto.
Ancora ci narra che nell'edificare una nuova casa furono trovate monete bizantine e altra mattonelle di marmo romboidali. E ancora tali mattonelle romboidali si ritrovano nel fare le fondamenta di un'altra casa.
Nel marzo del 1925, in una casa contigua alla prima, nello scavare un fosso, si sono trovate, come dice il De Maria, fabbriche antiche durissime e resti di coccio pesto.

Tutte queste case erano vicine al Bastionello e i ritrovamenti sono avvenuti alla profondità, che varia, dal metro al metro e mezzo. Il De Maria asserisce che quanto meno le mattonelle romboidali sono di origine romana, visto che, secondo lui, il bastionello sarebbe bizantino e le parti di pavimento scoperto andrebbero a finire proprio nel bastionello che ivi vi è stato edificato.

(fonte padre De Maria: Acitrezza e il suo parroco tra 800' e 900'
Cacciola-Coco 1996)

UN DOCUMENTO INEDITO
Il 20 Giugno del 1933 Padre De Maria donò all'Accademia Zelantea la sua collezione archeologica. In un manoscritto inedito del parroco, vengono indicati i pezzi donati e qualche precisazione sui luoghi dove sono stati rinvenuti ad Acitrezza ( le righe che seguono sono di straordinaria importanza per lo studio archeologico di Acitrezza).

IL CIARAMITARO

E’ lo spazio d’acqua che si trova tra la Cornera (punta estrema nord dell’isola Lachea) e Capomulini.

In tale luogo sono stati rinvenuti, impigliati nelle reti dei pescatori,  la maggior parte dei cocci di ceramica che fanno parte della  collezione.

De Maria:« ….ancora ricco di antichi vasi….», « il nome greco della località farebbe pensare essere greci i vasi ivi sepolti…..».

L’ISOLA LACHEA   

Studi condotti sull’isola Lachea hanno portato ad affermare che, in questa, si trovano almeno due tombe di epoca Sicula, addirittura nel 1869 l’ingegnere Mantovani rinvenne un’ascia di pietra verde da attribuire, secondo questo, almeno alla seconda età della pietra. Sull’isola Lachea  il De Maria scrive:«….. le sue tombe sicule a forma di Dalium o di grotte, io ve n’ho contate 17;». Il parroco dice ancora che ebbe, dietro pagamento, dagli operai, che stavano cavando le fondamenta per impiantare sull’isola una stazione biologica, qualche chiodo antico, monete bizantine e un mulinello di pietra.

MONTE FANO

E’ la collina che sovrasta Acitrezza, questo nome è ormai perso nel linguaggio comune e solo qualche anziano lo ricorda. Tuttavia almeno a quanto scrive il De Maria doveva avere una certa importanza anticamente: «…..indichi luogo sacro………….dei pagani, come farebbero comprendere i ruderi di vecchie fabbriche ». Oggi la speculazione edilizia ha del tutto fatto perdere la possibilità di individuare il luogo ove si trovavano questi ruderi. (secondo altri studiosi, che hanno preso in considerazione il luogo, non sarebbe ipotesi avventata pensare che vi fosse un antico tempio)*

*maggiori precisazioni saranno presto pubblicate, stante che sono in via di elaborazione.

QUARTIERE S. MARIA LA NOVA

Si trova a nord del paese nei pressi dell’edicola votiva dedicata alla Madonna della Buona Novella, a tal proposito il De Maria scrive:«noto qui una piccola necropoli………, ad occasione di nuove fabbriche, trovati cinque o sei sepolcri di lastroni fittili….», ma immediatamente precisa:«….credo di povera gente….».

EDICOLA S. MARIA DELLA PROVVIDENZA

Detta edicola si trova sulla via dietro chiesa a poca distanza dal bastioncello, a tal proposito scrive:« Affiorano ancora……lato NE, in un cortile, vecchie fabbriche greche o romane…».

CHIESA S. GIOVANNI BATTISTA 

Il De Maria accenna ad un fatto abbastanza sconvolgente:«……si sono scoperti ruderi di antichissime fabbriche……..e sui quali…..fu fabbricata l’attuale chiesa di S. Giovanni Battista». Notizia da prendere con le pinze, che tuttavia richiederebbe un approfondimento.

 

LA COLLEZIONE ARCHEOLOGICA:

• IL MEDAGLIERE

In sostanza si tratta delle monete rinvenute e acquisite dal De Maria alla collezione (sul punto ben presto avremo maggiori notizie che non mancheremo di pubblicare). « ………..sono quasi tutte di bronzo, circa un migliaio..», scrive il nostro parroco. Le monete precisamente sono oltre duemila : greco-sicule, romane, bizantine, e altre ancora di vari stati ,come quelle  papali e borboniche.

PEZZI VARI 

1)di marmo bianco: parte di piede di leone, parte di testa di bue, pezzo di colonnina, piedistallo, parte di base di colonna.

2)piccoli pezzi di mosaico multicolore raccolti sul Monte Fano.

3)diverse mattonelle a rombo, probabilmente bizantine, di 5 cm per lato (raccolte vicino al bastioncello).

4)manico con bollo con questa dicitura in carattere grassetto: MININCHIATOR.

5)una piccola conca con bassorilievo greco sul fondo.

6)denti di antichi bufali rinvenuti durante lo scavo per le fondamenta di una casa vicino la chiesa di Acitrezza.

©Grasso Giovanni e Antonio Guarnera 2000